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Arte

Si poteris narrare licet: Fashion Show

today11 Luglio 2014

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machinarium_bImmaginate una foresta, in questa foresta un lago, nel lago un gruppo di fanciulle che si bagnano, ridono, giocano. Immaginate di essere un cacciatore che, abbandonata la preda per l’ombra, per caso scosta le fitte fronde e rimane senza fiato di fronte a quell’inaspettato spettacolo. Il cacciatore impudente siamo noi, quelle fanciulle sono Diana, dea vergine dalla caccia, e le sue ancelle. La dea lascia che si ammirino le sue fattezze umane, il suo corpo umano. Lei conosce ed è consapevole della bellezza di quel corpo giovane ed intatto. Ma la dea è vanitosa e crudele, capricciosa ed inaccessibile; la hybris del cacciatore sarà punita: egli sarà trasformato in cervo e, da predatore a preda, lasciato in balia dei cani di Diana. A lui, morente, la dea muoverà l’ultima provocazione: ora che mi hai scorta senza veli, dirà, racconta pure ciò che hai visto, se ti è possibile.

Si Poteris Narrare, Licet.
La visione è concessa, ma punita.
La narrazione della visione è permessa, ma impossibile.

Machinarium , sartoria gestita dalla triestina Francesca Tavarado, e Maison Dressage (laboratorio artigianale di pelletteria con sede a Trieste) hanno collaborato insieme alla creazione di una concept collection di abiti e accessori ispirati dal testo “Il bagno di Diana” di Klossowski (Il bagno di Diana, Pierre Klossowski, SE, Milano, 2003), che analizza il mito greco di Diana e Atteone.
La collezione verrà presentata in occasione della quarta giornata del festival letterario Summertat organizzato dalla Libreria In der tat il 19 luglio alle 20.45 a Trieste con aperitivo gentilmente offerto da Romi Kaffeehause PanOsteria.

“Si Poteris Narrare, Licet”, il fashion project ideato da Maison Dressage e Machinarium, gioca sull’ambiguità tra ritrosia e provocazione, malizia e castità: negli abiti/armature di pelle dal taglio bon ton si aprono improvvisi squarci di nudità appena velate da tulle impalpabile, imbragature in cuoio sostengono cedevoli tessuti che avvolgono il corpo in mutevoli abiti da sera, chiffon e garza velano la pelle a concia naturale di sfumature di nero e grigio, rigide plissettature si ergono a proteggere il corpo di eleganti cacciatrici. Le geometrie dalle linee decise e dai morbidi volumi delle acconciature create da Winters Hair Concept si fondono in una sinergia unica e valorizzano questo contrasto armonizzato anche dal lavoro del make up artist Davide Cerut.

Le provocazioni di Maison Dressage si sposano al rigore sartoriale di Machinarium, dando vita ad una collezione in cui tutto è mutevole, tutto è ambiguo.

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Scritto da: redazione

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