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Giovani Imprenditori: imprese e start up a confronto

today9 Marzo 2023

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Tracciare una panoramica sulle dinamiche delle start up del FVG, sulle nuove sfide del digitale che si pongono alle imprese, chiamate a cogliere i trend del mercato e attuare strategie e format di business capaci di coniugare tradizione e innovazione, sviluppo e crescita sostenibile, questi i temi affrontati nel convegno “Giovani Imprenditori: imprese e start up a confronto”, organizzato dal Gruppo Giovani della Confcommercio provinciale e svoltasi all’Urban Center. Ne parliamo in questo servizio con Manlio Romanelli, vicepresidente vicario di Confcommercio Trieste e CEO della M-CUBE e la presidente del Gruppo, Giara Amato.

 

 

 

 

Giara Amato, che ha ricordato come la mission del Gruppo, sia offrire informazione, supporto e formazione a quanti si affacciano al mondo imprenditoriale, specie nella fase del passaggio generazionale che, per essere indolore, deve saper affiancare tradizione ad innovazione. Peraltro, la potenziale criticità di questo momento è evidenziata da un recente Report che fa sapere come, in Italia, solo il 30% delle aziende superi appunto il secondo passaggio generazionale e solo il 10% il terzo. “Uno step che va affrontato cercando di adottare progetti nuovi e sostenibili, in grado di assicurare all’azienda competitività e riconoscibilità. Una sfida non facile, ma potenzialmente cui guardano in tanti, come evidenziato da un sondaggio dell’Osservatorio delle Nuove Generazioni del Gruppo Giovani, che riporta come il 70% degli interpellati veda nel proprio domani un futuro da lavoratore autonomo”.

 

 

Francesco Tonetto, vicepresidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio Trieste, ha quindi tracciato una panoramica sul mondo delle start up in FVG, ossia aziende altamente tecnologiche, non più vecchie di 5 anni, che, in regione, al 31.12.2022, erano 274. “Lo stesso FVG vanta il più alto tasso di incidenza in questo comparto, a livello nazionale, di società di capitali e si colloca in buona posizione pure per quanto concerne il numero di aperture. Tali dinamiche sono da ascrivere sia ai notevoli investimenti fatti dall’amministrazione regionale, che ha stanziato 45 milioni di Euro, spalmati in un triennio, per incentivare gli investimenti sul nostro territorio che dalla presenza di incubatori eccellenti. Fra questi lo stesso Urban Center, l’Area Science Park e, allargano il focus, il Polo Tecnologico Altro Adriatico “Andrea Galvani” di Pordenone, primo hub italiano a ricevere, nel 2018, da parte del Mise, l’ambita certificazione di Centro di Trasferimento Tecnologico Industria 4.0”.

 

 

In termini di densità di aziende, il 46,5% delle stesse ha sede in Friuli (127), il 25,5% nella Destra Tagliamento (69) il 21,5% nel bacino giuliano (59) e, da ultimo, il 7% (19), in quello isontino. Guardando ai settori produttivi di appartenenza, il primo posto è occupato dai servizi (185 imprese), seguiti dall’industria-artigianato (45), dall’agricoltura – pesca (41) e infine dal commercio (3). Tonetto ha poi fatto notare come i veloci mutamenti del mercato, quasi algoritmici, che vedono la Customer Experience prendere il sopravvento sulla Product Economy, richiedano la capacità di cogliere, nell’ambito di ogni azione imprenditoriale, le esigenze della clientela e le evoluzioni del mercato. “Un modus operandi, determinato dall’avvento dell’Industria 4.0, che interessa e spesso premia le start up maggiormente innovative, capaci di messaggi di successo e di cui traggono ovviamente giovamento le realtà economiche ad esse correlate”.

 

 

Il tema del passaggio generazionale è stato ripreso anche nell’intervento di Caterina Rosso, dell’omonima azienda edile, che ha ricordato come, lo stesso, nonostante le inside, possa però costituire pure un’opportunità. “La nostra realtà produttiva, presente sul mercato da oltre 50 anni ha approfittato di questa fase per dare un nuovo volto al mondo delle costrizioni, puntando sulla realizzazione degli edifici modulari, denominati Seed, per offrire un’alternativa contemporanea e sostenibile al mattone. Si tratta di una metodologia costruttiva che punta a rendere smart l’intero processo, disporre con chiarezza di tempi e costi dell’opera, ottimizzare le risorse, evitare sprechi e ridurre i rifiuti, in un’ottica di sostenibilità economica e ambientale, binomio ormai irrinunciabile per ogni impresa, sia in termini etici che di business”.

 

 

A seguire, Caterina Vidulli, CEO & Market Research Manager di Arcadya srl, ha evidenziato come non sia l’idea l’aspetto fondamentale per la riuscita di una startup, quanto la sua metodologia di realizzazione e la capacità di proporre un prodotto o un servizio in grado di intercettare e soddisfare le esigenze del mercato.

A testimonianza di ciò, Vidulli ha attinto alla sua esperienza professionale, legata alla creazione di un progetto, selezionato dall’acceleratore d’impresa H-Farm e vincitore anche di un bando in Area Science Park, che, nonostante la sua validità oggettiva, non era riuscito ad avere un riscontro nei circuiti produttivi. “Un insuccesso che ha spinto il nostro team a dedicarsi all’analisi dei dati, del target dei potenziali clienti e delle strategie della concorrenza, scelta che ci ha portati a specializzarci nelle ricerche di mercato, piuttosto che dedicarci alla creazione di prodotti come da idea originaria”. Nel corso della sua relazione, in base ad uno studio di recente attuazione, Vidulli ha anche rimarcato come la riuscita di una start up dipenda nella misura del 42% dal timing della proposta, del 32% del team di cui dispone la struttura, del 28% dall’idea elaborata e infine, del 14%, dai finanziamenti e/o contributi fruibili.

 

 

Francesca Romana Saule, Digital Marketing Growth Hub Lead di BAT, ha quindi spiegato significato e obiettivi della Digital Boutique, un laboratorio di sperimentazione per la trasformazione e il marketing digitale, che pone al centro le esperienze dei consumatori. “Si tratta di un polo di eccellenza italiano che opera su scale globale per l’innovazione che prevede collaborazioni con aziende nell’ambito martech, con i più grandi player di settore e con startup e PMI italiane e straniere. ESG e sostenibilità, hyper-personalisation e future of work saranno le tre dimensioni centrali su cui l’hub svilupperà i suoi progetti di crescita ed accelerazione digitale – ha evidenziato ancora Saule – in linea con la missione di BAT di costruire un futuro migliore, A Better Tomorrow™ per i consumatori, le comunità in cui opera e naturalmente per i suoi dipendenti sul più ampio portafoglio di prodotti a potenziale rischio ridotto. Un’iniziativa – ha concluso – strutturata, aperta al confronto permanente con le imprese del territorio, che consente di analizzare e anticipare le nuove tendenze e dinamiche di consumo e promuovere una specifica organizzazione del lavoro imperniata sulla sperimentazione e le partnership multidisciplinari, grazie al lavoro con profili STEM”.

 

 

A concludere i lavori è stato Nicola Bianchi che ha ricordato alcune opportunità e funzionalità della piattaforma EDI – Ecosistema Digitale per l’Innovazione, che offre programmi specifici di formazione a imprese e start up sui temi più strategici del digitale, con uno che quest’anno, dedicherà particolare attenzione al turismo e al retail. “Si tratta di iniziative inquadrate nell’ambito dei Poli Europei di Innovazione digitale e nel contesto del “Digital Europe”, teso a incoraggiare l’uso di soluzioni tecnologiche avanzate da parte delle PMI tradizionali. Fra le priorità di EDI, nel 2023 ci sarà il lancio del programma di Open innovation in ambito turismo che vedrà il coinvolgimento di startup e PMI tradizionali. In particolare, saranno selezionate le migliori startup, capaci di proporre soluzioni innovative alle esigenze espresse dalle imprese del settore turistico ricettivo, che saranno sviluppate all’interno di veri e propri laboratori di co-creazione con l’obiettivo di implementarle per un uso su larga scala.

Scritto da: Maria

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