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Si respira aria decisamente francese sul palcoscenico del teatro Verdi di Trieste. La Boheme di Puccini, l’opera delle opere, è infatti ritornata con tutta la sua passione e la bellezza in musica. E ritorna con un cast di giovani interpreti, un direttore, il veneziano Renato Balsadonna, dalla conduzione esuberante, e una regia, dinamica e “cinematografica” , firmata da Marco Gandini. Proprio la sua regia segna la cifra distintiva di questo allestimento, frutto della collaborazione di tre teatri italiani, tesa a sottolineare il fraseggio musicale con movimento e gestualità, affidata agli interpreti sempre in continuo spostamento sul palco, ad enfatizzare le emozioni che via via Puccini mise in musica, dalla gioia al dolore, dall’ironia alla mestizia. Ed è in questo seguire e intersecarsi tra azione e musica che pare compiersi il progetto pucciniano, così lontano nel tempo e cosí moderno nell’anima.
La compagnia di canto, internazionale e prestante, ha seguito con il giusto piglio l’impronta di Gandini. Si sono distinti la croata Lana Kos, ospite dei piú importanti teatri internazionali, nei panni di Mimì. Marie Fajtova – già apprezzata quest’anno in Donna Anna in Don Giovanni – ha proposto tutta la verve del suo personaggio, Musetta. Voce e fisique du role per Rame Lahaj, albanese, che veste i panni di Rodolfo. Bella la sua voce da tenore che è andata in crescendo durante la serata. Molto apprezzato anche il Marcello di Marcello Rosiello, Forse un pò sottotono il basso Ivan Šari? nei panni del filosofo Colline.
In scena tra gli altri anche il Coro e i Piccoli Cantori della Città di Trieste, preparati da Cristina Semeraro. A sottolineare tutta l’esuberanza giovanile della storia la conduzione d’orchestra del maestro veneziano Balsadonna.
Essenziale, elegante e versatile la scenografia di Italo Grassi che con elementi modulari girevoli, tratteggia atmosfere e ambienti tipicamente bohemien in cui si inseriscono i bei costumi disegnati da Anna Biagiotti. Si replica sino al 21 maggio al Teatro Veri di Trieste.
Scritto da: Monica Ferri
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