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Cultura Spettacoli

Felice avvio della Stagione lirica al VerdiTS

today5 Novembre 2022

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Accoglienza trionfale al Teatro Verdi di Trieste  per il maestro Daniel Oren nuovamente sul podio del Comunale, che ha registrato il sold out per l’occasione, per il debutto della stagione 2022-23. In programma l’Otello di Giuseppe Verdi nell’allestimento della Fondazione giuliana. L’opera, penultima composizione verdiana che mancava dal 2010, ritorna con una nuova regia di Giulio Ciabatti, elegante e minimalista, che dà spazio alla complessità della materia musicale e respiro ai protagonisti di un opera che fu per Verdi stesso una rivoluzione assoluta.

Otello è, infatti, un altro mondo,  anche musicalmente difficile da realizzare e contenere, senza pezzi chiusi, senza ouverture. Ma non per Daniel Oren, che fin dall’ incipit potente della tempesta del primo atto esalta la vigorosità della partitura ma non dimentica di  sottolineare  anche gli aspetti più intimistici con quel suo modo unico di dirigere,  sempre  con la  massima intensità possibile,  nella conduzione che lo ha reso celebre nel mondo. Salta, canta, gesticola oltre che, ovviamente, dirigere sapientemente orchestra e cantanti  con un dominio totale della partitura. A lui, talento naturale della musica, l’Orchestra della Fondazione si affida totalmente in perfetta sintonia per dar vita a una partitura – che segnò per Verdi una fase nuova nel contenuto e nella forma-  disseminata di molti preziosismi come il “Credo in un Dio crudel” di Jago nel secondo atto, monologo nichilista cantato su una sola nota,  o il concertato a dodici voci del terzo atto, capolavoro assoluto di armonia pur nelle infinite differenze di espressione dei singoli.

Sul palco nel giorno della prima, per la prima volta  sul palcoscenico triestino della lirica un trio di voci di grande qualità applauditissimo dal pubblico. A partire da  Lianna Haroutounian, nome solidissimo sui migliori palchi del mondo, che restituisce una Desdemona dolce e appassionata. A fianco a lei l’ottimo Arsen Soghomonyan (scelto da Zubin Mehta come Otello coi Berliner) dal colore raro della voce di  tenore e perfettamente calato  nei panni di Jago il baritono Roman Burdenko che conferma il suo successo in ascesa, l’ultimo dei quali nell’agosto  scorso all’Arena di Verona.

Ma tutto il cast risponde bene: il tenore coreano Mario Bahg, artista membro del prestigioso Lindemann Young Artist Development Program del Metropolitan di New York al suo debutto assoluto in Italia e nel ruolo (Cassio), il mezzosoprano russo Marina Ogii, nota per la sua versatilità su repertori rari (Emilia) il basso genovese Giovanni Battista Parodi (Lodovico), il tenore Enzo Peroni (Roderigo) e Fulvio Valenti (Montano). Completa  l’ottima prova del Coro, diretto da Paolo Longo.

Giulio Ciabatti regala ancora una volta una regia precisa nei movimenti scenici, essenziale e non didascalica scenograficamente. Disegna uno spazio elegante, blu e alabastro, un colonnato, qualche sartia nel primo atto per ricordare che siamo sull’isola di Cipro. Al centro, per tutti e quattro gli atti che compongono l’opera, una pedana che diventa il fulcro dell’azione scenica, ora piattaforma ora altare, sino a trasformarsi nel talamo dove Desdemona troverà la morte per mano di Otello, entrambi vittime di un contesto sociale ostile. Ne emerge uno spazio ordinato e ben definito dove possono trovar vita le passioni dell’animo che caratterizzano l’essere umano, soprattutto quello di un mondo maschile cosi come pensato da Verdi: gelosia sì ma soprattutto rivalità, risentimento, orgoglio offeso,  rispettabilita tradita.  Efficace la regia luci di Fiammetta Baldiserri che anima il  mondo dalle tinte  fosche immaginato da Verdi e i costumi cinqucenteschi, fedeli alla tradizione,  di Margherita Platé.

Sul podio del Teatro Verdi al maestro Oren si alternerà l’italiano Francesco Ivan Ciampa (8,10 e 13 novembre).

Il 5 e il 10 novembre si alternano nei ruoli principali il giovane tenore georgiano, ma di studi italiani, Mikheil Sheshaberidze e come Desdemona la soprano sua connazionale Salome Jicia, trentaseienne di sicura fama, invitata dai migliori teatri italiani e stranieri. Il ruolo chiave di Jago vede invece protagonista  il 5 e il 15 il baritono italiano Elia Fabbian. Si replica sino al 15 novembre.

Scritto da: Monica Ferri

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