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Voce unica dal timbro inconfondibile, Art Garfunkel ha regalato al Teatro Rossetti un concerto di grande fascino, dal taglio intimistico. Per la prima tappa delle 4 che lo porteranno sino al 18 febbraio a Milano, Padova e Roma – una delle voci leggendarie della musica pop ha scelto arrangiamenti raffinati e musicisti di alto calibro per il suo tour. E così seri sera ha incantato con un concerto acustico semplice ma dalla sonarità raffinate. Con lui sul palco il chitarrista Tab Laven, dotato di un accattivante finger picking, e il giovane tastierista Cliff Carter, considerato da Garfankel – come lui stesso ha confessato generosamente durante il concerto – il miglior pianista con cui ha suonato. Un’ora e quaranta di concerto in cui ha cantato e intrattenuto, interpretando il suo repertorio da solista, alternandolo ad alcuni dei grandi successi, realizzati assieme a Paul Simon, che hanno riscaldato la platea. È stato un omaggio non solo all’eternità raggiunta dai brani come The Boxer, The sound of silence e Bridge over Troubled Water, diventati veri e propri classici della musica leggera, ma anche al grande talento di interprete che, ormai piú che settantenne – risce a compensare anche una voce non piú potente. Cosi la serata scivola con le sue note, lui che assieme a Paul Simon firmó negli Anni 60 una delle coppie piú celebri della musica folk mondiale incassando Grammy Awards e citazioni nella Rock and Roll Hall of Fame, il museo dedicato ai piú grandi interpreti musicali.
E la serata scivola leggera con lui che presenta di volta in volta i suoi brani, ricorda alcuni momenti della turneè – come alla Royal Albert Hall di Londra – che lo ha portato negli ultimi due anni l’artista a suonare in tutto il mondo (dalla Corea alla Carnegie Hall a New York), e alterna alla sua musica incisioni di alcuni dei suoi compositori preferiti – come Jimmy Webb e George Gershwin. Di tanto in tanto scherza con pubblico o lo sgrida quando coglie qualche ripresa non permessa in platea, e legge anche brani della sua biografia, lui che è stato anche attore e poeta ( basta andare a visitare il suo composito sito). Si descrive infine, con molta autoironia, come l’eroe del pop, l’immagine che forse gli piace di piú di se stesso. Insomma Garfunkel si rivela molto piú di un cantante. Art mostra un animo d’artista a tutto tondo, schivo, attento e sensibile nonchè – lui ebreo di origine rumena – pienamente grato al Signore che ” le note divinamente intrecciate – ammette alla fine del concerto – abbiano preso vita” e che lui possa esserne stato solo un tramite”.
Ciao Art.
.
Scritto da: Monica Ferri
brani Carnegie Hall che Ciao Art concerto dalla della Insomma Garfunkel Jimmy Webb musica musica leggera Paul Simon pi serata sul Tab Laven Teatro Rossetti tour ultimi vita voci
Voce unica dal timbro inconfondibile, Art Garfunkel ha regalato al Teatro Rossetti un concerto di grande fascino, dal taglio intimistico. Per la prima tappa delle 4 che lo porteranno sino al 18 febbraio a Milano, Padova e Roma – una delle voci leggendarie della musica pop ha scelto arrangiamenti raffinati e musicisti di alto calibro per il suo tour. E così seri sera ha incantato con un concerto acustico semplice ma dalla sonarità raffinate. Con lui sul palco il chitarrista Tab Laven, dotato di un accattivante finger picking, e il giovane tastierista Cliff Carter, considerato da Garfankel – come lui stesso ha confessato generosamente durante il concerto – il miglior pianista con cui ha suonato. Un’ora e quaranta di concerto in cui ha cantato e intrattenuto, interpretando il suo repertorio da solista, alternandolo ad alcuni dei grandi successi, realizzati assieme a Paul Simon, che hanno riscaldato la platea. È stato un omaggio non solo all’eternità raggiunta dai brani come The Boxer, The sound of silence e Bridge over Troubled Water, diventati veri e propri classici della musica leggera, ma anche al grande talento di interprete che, ormai piú che settantenne – risce a compensare anche una voce non piú potente. Cosi la serata scivola con le sue note, lui che assieme a Paul Simon firmó negli Anni 60 una delle coppie piú celebri della musica folk mondiale incassando Grammy Awards e citazioni nella Rock and Roll Hall of Fame, il museo dedicato ai piú grandi interpreti musicali.
E la serata scivola leggera con lui che presenta di volta in volta i suoi brani, ricorda alcuni momenti della turneè – come alla Royal Albert Hall di Londra – che lo ha portato negli ultimi due anni l’artista a suonare in tutto il mondo (dalla Corea alla Carnegie Hall a New York), e alterna alla sua musica incisioni di alcuni dei suoi compositori preferiti – come Jimmy Webb e George Gershwin. Di tanto in tanto scherza con pubblico o lo sgrida quando coglie qualche ripresa non permessa in platea, e legge anche brani della sua biografia, lui che è stato anche attore e poeta ( basta andare a visitare il suo composito sito). Si descrive infine, con molta autoironia, come l’eroe del pop, l’immagine che forse gli piace di piú di se stesso. Insomma Garfunkel si rivela molto piú di un cantante. Art mostra un animo d’artista a tutto tondo, schivo, attento e sensibile nonchè – lui ebreo di origine rumena – pienamente grato al Signore che ” le note divinamente intrecciate – ammette alla fine del concerto – abbiano preso vita” e che lui possa esserne stato solo un tramite”.
Ciao Art.
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Scritto da: Monica Ferri
brani Carnegie Hall che Ciao Art concerto dalla della Insomma Garfunkel Jimmy Webb musica musica leggera Paul Simon pi serata sul Tab Laven Teatro Rossetti tour ultimi vita voci
Voce unica dal timbro inconfondibile, Art Garfunkel ha regalato al Teatro Rossetti un concerto di grande fascino, dal taglio intimistico. Per la prima tappa delle 4 che lo porteranno sino al 18 febbraio a Milano, Padova e Roma – una delle voci leggendarie della musica pop ha scelto arrangiamenti raffinati e musicisti di alto calibro per il suo tour. E così seri sera ha incantato con un concerto acustico semplice ma dalla sonarità raffinate. Con lui sul palco il chitarrista Tab Laven, dotato di un accattivante finger picking, e il giovane tastierista Cliff Carter, considerato da Garfankel – come lui stesso ha confessato generosamente durante il concerto – il miglior pianista con cui ha suonato. Un’ora e quaranta di concerto in cui ha cantato e intrattenuto, interpretando il suo repertorio da solista, alternandolo ad alcuni dei grandi successi, realizzati assieme a Paul Simon, che hanno riscaldato la platea. È stato un omaggio non solo all’eternità raggiunta dai brani come The Boxer, The sound of silence e Bridge over Troubled Water, diventati veri e propri classici della musica leggera, ma anche al grande talento di interprete che, ormai piú che settantenne – risce a compensare anche una voce non piú potente. Cosi la serata scivola con le sue note, lui che assieme a Paul Simon firmó negli Anni 60 una delle coppie piú celebri della musica folk mondiale incassando Grammy Awards e citazioni nella Rock and Roll Hall of Fame, il museo dedicato ai piú grandi interpreti musicali.
E la serata scivola leggera con lui che presenta di volta in volta i suoi brani, ricorda alcuni momenti della turneè – come alla Royal Albert Hall di Londra – che lo ha portato negli ultimi due anni l’artista a suonare in tutto il mondo (dalla Corea alla Carnegie Hall a New York), e alterna alla sua musica incisioni di alcuni dei suoi compositori preferiti – come Jimmy Webb e George Gershwin. Di tanto in tanto scherza con pubblico o lo sgrida quando coglie qualche ripresa non permessa in platea, e legge anche brani della sua biografia, lui che è stato anche attore e poeta ( basta andare a visitare il suo composito sito). Si descrive infine, con molta autoironia, come l’eroe del pop, l’immagine che forse gli piace di piú di se stesso. Insomma Garfunkel si rivela molto piú di un cantante. Art mostra un animo d’artista a tutto tondo, schivo, attento e sensibile nonchè – lui ebreo di origine rumena – pienamente grato al Signore che ” le note divinamente intrecciate – ammette alla fine del concerto – abbiano preso vita” e che lui possa esserne stato solo un tramite”.
Ciao Art.
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Scritto da: Monica Ferri
brani Carnegie Hall che Ciao Art concerto dalla della Insomma Garfunkel Jimmy Webb musica musica leggera Paul Simon pi serata sul Tab Laven Teatro Rossetti tour ultimi vita voci
Voce unica dal timbro inconfondibile, Art Garfunkel ha regalato al Teatro Rossetti un concerto di grande fascino, dal taglio intimistico. Per la prima tappa delle 4 che lo porteranno sino al 18 febbraio a Milano, Padova e Roma – una delle voci leggendarie della musica pop ha scelto arrangiamenti raffinati e musicisti di alto calibro per il suo tour. E così seri sera ha incantato con un concerto acustico semplice ma dalla sonarità raffinate. Con lui sul palco il chitarrista Tab Laven, dotato di un accattivante finger picking, e il giovane tastierista Cliff Carter, considerato da Garfankel – come lui stesso ha confessato generosamente durante il concerto – il miglior pianista con cui ha suonato. Un’ora e quaranta di concerto in cui ha cantato e intrattenuto, interpretando il suo repertorio da solista, alternandolo ad alcuni dei grandi successi, realizzati assieme a Paul Simon, che hanno riscaldato la platea. È stato un omaggio non solo all’eternità raggiunta dai brani come The Boxer, The sound of silence e Bridge over Troubled Water, diventati veri e propri classici della musica leggera, ma anche al grande talento di interprete che, ormai piú che settantenne – risce a compensare anche una voce non piú potente. Cosi la serata scivola con le sue note, lui che assieme a Paul Simon firmó negli Anni 60 una delle coppie piú celebri della musica folk mondiale incassando Grammy Awards e citazioni nella Rock and Roll Hall of Fame, il museo dedicato ai piú grandi interpreti musicali.
E la serata scivola leggera con lui che presenta di volta in volta i suoi brani, ricorda alcuni momenti della turneè – come alla Royal Albert Hall di Londra – che lo ha portato negli ultimi due anni l’artista a suonare in tutto il mondo (dalla Corea alla Carnegie Hall a New York), e alterna alla sua musica incisioni di alcuni dei suoi compositori preferiti – come Jimmy Webb e George Gershwin. Di tanto in tanto scherza con pubblico o lo sgrida quando coglie qualche ripresa non permessa in platea, e legge anche brani della sua biografia, lui che è stato anche attore e poeta ( basta andare a visitare il suo composito sito). Si descrive infine, con molta autoironia, come l’eroe del pop, l’immagine che forse gli piace di piú di se stesso. Insomma Garfunkel si rivela molto piú di un cantante. Art mostra un animo d’artista a tutto tondo, schivo, attento e sensibile nonchè – lui ebreo di origine rumena – pienamente grato al Signore che ” le note divinamente intrecciate – ammette alla fine del concerto – abbiano preso vita” e che lui possa esserne stato solo un tramite”.
Ciao Art.
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Scritto da: Monica Ferri
brani Carnegie Hall che Ciao Art concerto dalla della Insomma Garfunkel Jimmy Webb musica musica leggera Paul Simon pi serata sul Tab Laven Teatro Rossetti tour ultimi vita voci
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