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Dal reliquario del dito di San Pietro alla scultura futurista “L’uomo Bruco”, ipotetico autoritratto di Boccioni: mostre culturali a corollario del Salone dell’Antiquariato di Pordenone Fiere
Ultimo weekend per visitare la 6^ edizione Pordenone Antiquaria, mostra mercato nazionale di antiquariato, aperta all’ingresso nord della Fiera di ancora sabato 24 e domenica 25 gennaio dalle 10 alle 20. In esposizione: mobili, anche per esterni, argenterie, marmi, statue lignee, dipinti, arte sacra, porcellane, tappeti orientali, arazzi, maioliche, diamanti, gioielli e tanto altro ancora, oggetti rappresentativi di periodi della storia dell’arte dal 1500, fino al 1800, con anche esempi di modernariato tipico del 1900
Accanto agli stand commerciali due mostre storico-culturali aprono emozionanti interrogativi al pubblico dei visitatori. Ci può essere anche il Reliquiario del dito di San Pietro tra i 15 Scrigni dei Cavalieri Templari presenti a Pordenone Antiquaria. Si tratta di piccoli cofanetti medievali in argento e smalti, realizzati in Sicilia da artigiani ebraici e cesellatori arabi tra il XII ed il XIV sec. Questi rari oggetti servivano a contenere le ‘decime’, ovvero le donazioni in denaro affidate ai Templari per sovvenzionare la difesa dei pellegrini in Terra Santa. Uno di questi oggetti si distingue per la forma e le decorazioni. Le incisioni sul coperchio del cofanetto raffigurano San Pietro, rappresentato con una grande chiave e con le sacre scritture tra le mani. Dentro il reliquiario, si nota una piccola nicchia la cui forma è chiaramente predisposta per contenere un dito e nel fondo, ben visibile, una croce. Proprio i Cavalieri Templari furono gli indiscussi detentori di quasi tutte le reliquie più preziose della cristianità tra XII e XIV secolo. Queste considerazioni portano gli studiosi a ipotizzare che il reliquiario possa aver custodito il dito di san Pietro, reliquia dispersa o trafugata. Un mistero destinato a rimanere irrisolto ma che non toglie suggestione ed emozione alla vista dell’oggetto, parte della collezione del Progetto Museo Federico II e il Medioevo di Palermo. Visitando Pordenone Antiquaria è possibile anche osservare una delle sculture più misteriose del futurismo italiano. Si tratta dell’opera in bronzo ‘Fusione di Forma Umana’ soprannominata la scultura de ‘L’Uomo Bruco’. Questa scultura del primissimo novecento è ad oggi senza conclamata paternità non essendo stata ancora studiata da alcuno storico del 900’. Molte caratteristiche stilistiche avvicinano quest’opera al lavoro di Boccioni, l’immagine stessa del volto dell’artista sembra riprodotta con un’assomiglianza impressionante dalla scultura. La scultura quindi potrebbe essere l’autoritratto di Umberto Boccioni? Così sembra, ma accostarsi ad una attribuzione così impegnativa pone innumerevoli interrogativi. Questa forma scultorea può essere associata, in ogni caso, alla genialità inquieta di un grande artista, agli albori della scultura futurista tra il 1909 ed il 1912, anticipando probabilmente lo stesso Manifesto della Scultura Futurista del 12 aprile 1912. Non è azzardato leggere in ‘Fusione di Forma Umana’, la concreta premessa del movimento Futurista.
Fonte: Ufficio stampa: [email protected]
Scritto da: rpz