TRIESTE. Indubbiamente parla ai giovani il nuovo allestimento, firmato Cristina Pezzoli, della ‘Bisbetica domata” di Shakespeare, visto in scena al Teatro Rossetti. Traduzione e drammaturgia, scene e costumi, musiche e gesti, tutto si rivolge all’immediatezza dei codici espressivi dell’oggi per togliere un po’ di polvere dalla prosa classica senza per questo intaccare il nodo problematico su cui l’autore inglese scrisse la sua commedia. E allora ecco la storia, il rapporto maschile-femminile, collocata con qualche sforbiciata qua e là in una metacornice – quella di una prova generale dell’opera- che dona ritmo e vigore, mescolando continuamente i piani tra l’opera e l’attualità, tra commedia dell’arte e prosaica quotidianità. Merito anche di una grintosa compagnia in cui brillano nei ruoli dei protagonisti, Nancy Brilly, una Caterina indomabile e grintosa, frizzante e ironica, e Matteo Cremon nei panni dell’astuto e virile Petruccio. Ma ben tratteggiati sono tutti i personaggi/attori che danno vita a questo gioco di teatro nel teatro. E, alla fine, oplà, il messaggio arriva ai giovani nel profondo monologo finale di Caterina, quello attorno al quale Shakespeare ha scritto, con arte, la sua storia.
Lo spettacolo ritorna in Veneto, a gennaio, al Teatro Verdi di Padova.
Monica Ferri
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