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Detta con l’abile sintesi dei versi dell’Ariosto, è questa la vicenda drammatica de il Corsaro, opera di Giuseppe Verdi – riscoperta e portata a piena dignità artistica dal Teatro Verdi, in collaborazione con l’Opèra di Monte-Carlo, e dal maestro Gianluigi Gelmetti – che ha inaugurato a Trieste la stagione lirica 2013 e l’anno verdiano in corso.
E l’operazione, come ha decretato il pubblico in sala presente alla prima, è pienamente riuscita, rivelando in tutta la sua luce la raffinata bellezza dell’opera a cui la produzione triestina dona un fascino erotico in più.
Oriente e Occidente, amore e morte, uomini e donne, sono questi i poli eterni e simbolici, in perenne contrapposizione, fermamente esaltati dal maestro Gelmetti, che qui “veste i panni”, oltre che di direttore e concertatore, anche di regista e a cui spetta sicuramente la fortuna di questa riproposizione verdiana, scritta nel 1848 prendendo spunto da un’opera minore di lord Byron. Tolta la polvere depositata da uno sfortunato esordio nel 1848 proprio a Trieste, causato da dissapori com l’editore, Gelmetti ridona nuova vitalità, anche per il ricorso (misurato) a contributi filmati, a quest’opera e allo spartito del compositore di Busseto, grazie al lavoro sapiente di limatura.
Al gran lavoro del maestro sono andati gli applausi e il riconoscimento tributatogli dal pubblico. Applauditissimi anche il magnifico e potente Corsaro di Luciano Ganci, giovane ma che ha già cantato in tutto il mondo, l’intensa Medora di Mihaela Marcu, solista dell’Opera nazionale di Romania, Paoletta Marrocu, che porta in scena con la sua piena maturitá interpretativa una generosa Gulnara, e Alberto Gazale, autorevole baritono verdiano che nel Corsaro veste i panni del musulmani Said. Suberbi anche coro e orchestra.
Raffinati i costumi di Giuseppe Palella, così come le scene essenziali ed elegantidi Pier Paolo Bisleri , che si è avvalso dei bei contributi pittorici -dal sapore trecentesco – di Franco Fortunato.
Una serata quasi magica che ricolloca al giusto posto questo Corsaro. Un nuovo inizio insomma per quest’opera nuovamente a Trieste. Si replica sino al 19 gennaio.
di Monica Ferri
Scritto da: Monica Ferri
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