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Diretta Damilano - Enrico Torlo igor Damilano
Un Rigoletto che rimarrà nella memoria dei presenti per l’intensità dell’interpretazione e per la straordinaria direzione d’orchestra.
Il nuovo allestimento in scena al Teatro Verdi di Trieste si conclude alla prima con dieci minuti di applausi finali, oltre a frequenti ovazioni a scena aperta, per i tre principali protagonisti: l’eccellente Amartuvshin Enkhabat, nei panni tel titolo, il soprano spagnolo Sabina Puértolas, in quelli di una appassionata Gilda, e Galeano Salas, tenore messicano-statunitense nel ruolo del Duca di Mantova.
I tre, per la prima volta sul palcoscenico lirico del capoluogo giuliano, hanno brillato per intensità emotiva, precisione tecnica e potenza vocale regalando una serata perfetta, in un teatro gremito come non mai, alla nuova produzione del Teatro Verdi di Trieste diretta magnificamente dal maestro Daniel Oren supportati efficacemente da Coro e Orchestra in gran forma.
Una lettura psicologica del testo
Il profondo feeling tra palco e direttore d’orchestra esalta la versione intimista, giocata sul rapporto psicologico tra il gran melanconico buffone e il resto del suo mondo, dove emerge chiaro il contrasto del personaggio principale del capolavoro verdiano – nato dalla penna di Victor Hugo di cui si era invaghito il compositore di Busseto – tra sensibilità interiore e esteriorità grottesca.
La resa scenica di Enkhabat, in tal senso, è quanto mai affascinante e magistrale, per la sua capacita di entrare nel personaggio, plasmarselo addosso e cantare tutte le sfumature di questa ambivalenza. Dal canto suo Oren riesce a tirar fuori, fin quasi a cesellarlo, ogni colore dal realismo sonoro della partitura verdiana, cui conferisce profondità e scavo intimistico. Il maestro israeliano, già reduce in questa Stagione dal trionfo di Lucia di Lammermoor, incassa cosi il bis confermandosi una sicurezza per melomani e appassionati che riservano anche a lui gli applausi più calorosi.
Una regia rassicurante
Di fronte a tutto questo la regia di Vivien Hewitt, forte delle sua ottanta produzioni d’opera in tutto il mondo, riprende, con importanti modifiche quello del 2022. Sempre molto rispettosa del testo crea un ambiente scenico equilibrato e tradizionale e rassicurante con forti richiami ai palazzi mantovani, dove è collocata la vicenda. La regista irlandese non introduce elementi stranianti ma si affida ad una pedana mobile e a videoproiezioni quali punti di appoggio per contestualizzare la vicenda. Una sorta di spazio sicuro che fa da contraltare all’insicurezza interiore del protagonista.
Il cast al completo
Completano il cast del Rigoletto il mezzosoprano Martina Belli per Maddalena; il basso-baritono Carlo Striuli come Sparafucile, Carlotta Vichi per Giovanna, ruolo che ha già portato in Fenice; Gabriele Sagona per il Conte Monterone, Miriam Artiaco come Contessa di Ceprano e Paggio, Enzo Peroni per Matteo Borsa, Fabio Previati come Marullo e Dario Giorgelè come Conte di Ceprano.
Come da tradizione il secondo cast vedrà in scena il giovane astro nascente del coreano Youngjun Park, che tornerà a Rigoletto nella nuova stagione dell’Arena di Verona in chiusura a settembre, Gilda sarà anche la palermitana in ascesa Federica Guida, mentre vestirà i panni del Duca di Mantova, l’eccellente peruviano Iván Ayón-Rivas con un’ottima carriera internazionale in corso.
Rigoletto è in scena al Verdi di Trieste sino al 25 maggio e avrà poi due repliche, di cui la prima per il progetto di divulgazione nelle scuole, al Teatro Nuovo Giovanni da Udine il 30 e 31 maggio.
Scritto da: Monica Ferri
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