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Diretta Damilano - Enrico Torlo igor Damilano
Il Piccolo Opera Festival torna in scena con “Opere di Frontiera / Opere na meji”: tre nuove opere da camera, di cui due in prima assoluta, che raccontano personaggi e storie di Gorizia e Nova Gorica per un teatro musicale davvero senza frontiere. Il confine e la contemporaneità: alla vigilia della capitale transfrontaliera della Cultura GO! 2025, l’Associazione Piccolo Opera Festival propone un doppio evento musicale che invita a riflettere su quanto sia importante che ogni diversità, ogni barriera, ogni filtro diventi risorsa e spunto di condivisione.
Dopo l’appuntamento di ieri al Teatro Nazionale di Nova Gorica si continua mercoledì 27 marzo alle 20.30 al Kulturni Center Lojze Bratuz di Gorizia, due serate per tre atti unici contemporanei, due dei quali appositamente composti per il Piccolo Opera Festival ed eseguiti in prima assoluta. Ad accompagnare entrambe le opere è la GO! Borderless Orchestra, una compagine che unisce musicisti italiani e sloveni, sorta grazie alla collaborazione del Piccolo Opera Festival con una serie di realtà musicali e culturali transfrontaliere. Ingresso libero.
Ospite ai nostri microfoni per raccontarci il progetto Gabriele Ribis, direttore artistico del Piccolo Opera Festival:
Il 27 marzo alle 20.30 al Bratuz di Gorizia, l’atteso debutto della GO! Borderless Opera LAB, dittico operistico commissionato dal Festival a due artisti under 35: per l’Italia Sara Caneva (classe 1991, attualmente ricercatrice presso l’Università di Birmingham) e per la Slovenia Juraj Marko Zerovnik (classe 1993, oggi Master presso l’Accademia di Musica di Lubiana).
I due atti unici sono frutto di una residenza dei compositori nel territorio di Gorizia e Nova Gorica, alla ricerca della storia, dell’identità del tessuto sociale e culturale delle città. Sara Caneva, nel suo “Radice, posizione, distanza” porta simbolicamente in scena le suggestioni raccolte dall’autrice nei luoghi significativi della storia di Gorizia: il confine, il fiume Isonzo e l’ex ospedale psichiatrico diretto da Franco Basaglia. L’opera raffigura una sessione di psicoterapia che vede protagonisti una donna (simbolicamente Gorizia) e un dottore (Dr. Reka). Juraj Marko Zerovnik invece firma “Davanti alla legge”, titolo ispirato a Kafka e all’omonima parabola contenuta nel suo celebre romanzo “Il processo”. L’opera è costruita intorno alla metafora del confine, che prende forma nell’ossessionante “Casa della Legge”.
Per saperne di più www.piccolofestival.org
(Foto: un momento delle prove di Davanti alla legge. In foto Jure Pockaj, Giulia Diomede, Manuel Sedmak, Daniela Esposito e Sara Caneva. Credits: Hektor Leka)
Scritto da: Maria
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